Scuola e disabilità: quali scenari per l’anno scolastico 2011-12
Nell’agosto dello scorso anno ci rivolgevamo agli organi di stampa e alle autorità per segnalare
l’inadeguata assegnazione di risorse per il sostegno scolastico per l’anno scolastico 2010-11, solo
parzialmente sanata con assegnazioni aggiuntive avvenute successivamente a settembre, praticamente a
scuola già iniziata, che avrebbe comportato per la realtà bresciana un problematico rapporto insegnanti
di sostegno/alunni disabili di 1 su 2,482 con una perdita, fatte le dovute proporzioni, di circa 112
cattedre rispetto all’anno precedente.
Purtroppo, nonostante le rassicurazioni più volte ribadite anche da parte del Ministro Mariastella Gelmini
attraverso i mezzi di comunicazione rispetto all’assenza di tagli sul sostegno scolastico, ci troviamo
nuovamente a segnalare una situazione in ulteriore peggioramento rispetto a quanto rilevato un anno fa.
Nello scorso mese di luglio, con l'assegnazione a livello regionale, la conseguente ripartizione provinciale
delle risorse per il sostegno scolastico (Ufficio Scolastico Regionale Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 7232 del
07 luglio 2011) e sulle singole istituzioni scolastiche (Ufficio Scolastico Provinciale - Prot. n. MIUR AOOUSPBS
R.U. 18310 del 27 luglio 2011) si è attivato quel processo che definisce la dotazione organica dei posti per
il sostegno scolastico.
Dal documento di assegnazione dei posti di sostegno in Regione Lombardia si rileva che in tutte le province
c'è un peggioramento del rapporto numerico insegnanti/alunni certificati che, sul territorio regionale,
è passato da 1 su 2,32 dell'A.S. 2009/10 all’ 1 su 2,46 dell'A.S. 2010/11 fino all’attuale 1 su 2,61. In pratica
risultano assegnate in Lombardia 11.622 cattedre, praticamente come nello scorso anno, a fronte di un aumento
di circa 1.785 alunni con certificazione di handicap (+6,2%) passati da 28.685 a 30.470. Se a questi dati si
applicasse il rapporto 1 a 2, previsto dalla finanziaria di alcuni anni fa e confermato successivamente, nonché
citato come parametro di riferimento dalla Circolare Ministeriale n. 63 del 13/7/2011 sull’ adeguamento degli
organici di diritto alle situazioni di fatto - Anno scolastico 2011/2012, mancherebbero all’appello
circa 3.570 cattedre.
Tale situazione si rispecchia nella realtà della Provincia di Brescia dove l’assegnazione prevista è di 1.311
cattedre a fronte di 3.460 alunni bresciani con certificazione di handicap quindi con un rapporto insegnanti/alunni
certificati di 1 a 2,64; un dato che, oltre ad essere peggiore rispetto alla media regionale, rimanda ad una
carenza di 419 cattedre se confrontato con il rapporto 1 a 2 ricordato sopra. A ciò si aggiunge che una buona parte
di questi 1311 insegnanti, sicuramente superiore al 40%, saranno precari con incarico annuale quindi con limiti
oggettivi nel garantire la continuità dell’intervento.
Non pare possibile giustificare ciò in rapporto all’aumento di alunni certificati con disabilità, che pure si
è verificato, visto che i dati generali sull’andamento delle iscrizioni sono noti alle istituzioni scolastiche
e al Ministero quantomeno da Giugno e, per quanto riguarda Brescia, questo aumento, pari a circa 245 unità – 7,6%,
oltre a non discostarsi significativamente dalla media regionale (6,2%) e dall’incremento medio che si è registrato
a Brescia negli ultimi anni (7,1 medio annuo dall’A.S. 2004/05 all’A.S.2010/11) conferma a Brescia una presenza
di alunni/studenti disabili sul totale della popolazione studentesca inferiore al dato regionale e nazionale.
In questa situazione appare fortemente problematico pensare ad un sereno avvio del prossimo anno scolastico e
soprattutto ci preoccupa rilevare che proprio le situazioni più complesse e delicate, come l’autismo (ma non solo),
che spesso necessitano di un lavoro individualizzato con rapporto 1 a 1 rischiano di vedere drasticamente ridotte
le risorse di personale disponibili.
E’ vero che tutti i documenti del Ministero ricordano ai Dirigenti delle diverse articolazioni delle istituzioni
scolastiche quanto stabilito dalla sentenza la n. 89 del 22 febbraio 2010 della Corte Costituzionale, cioè
"la possibilità di stabilire ore aggiuntive o posti di sostegno" al fine di "assicurare una specifica forma di
tutela ai disabili in condizione di particolare gravità" ma gli stessi documenti ricordano anche che “i posti di
sostegno concorrono a raggiungere l’obiettivo di contenimento della spesa” e, purtroppo, l’esperienza maturata
in questi anni evidenzia che molto spesso far riconoscere tale possibilità/diritto da parte delle famiglie passa
attraverso i ricorsi presentati ai Tribunali Amministrativi Regionali.
Se è vero che la qualità dei percorsi scolastici e dell'integrazione non si misura semplicemente in base alle
ore di sostegno disponibili e che molti altri fattori entrano in gioco (formazione del personale, organizzazione
complessiva della scuola, disponibilità al coinvolgimento degli insegnanti della classe, ecc.), è difficile
pensare che quanto segnalato non avrà una ricaduta negativa sull'offerta scolastica verso i bambini/ragazzi
disabili iscritti e verso le loro famiglie.
Ogni anno l’avvicinarsi dell’inizio della scuola pone i genitori di bambini e ragazzi disabili in una
condizione di incertezza, molto spesso infatti l’effettiva situazione in cui si svolgerà l’anno scolastico
del proprio figlio si scopre a Settembre, nei giorni immediatamente precedenti o, peggio, successivi
all’inizio dell’anno. E ad ogni Settembre tornano le preoccupazioni: chi seguirà mio figlio?... per quante
ore?... resterà tutto l’anno o cambierà?... mio figlio troverà una situazione accogliente e positiva?...
Come Associazione impegnata nell’ambito della disabilità, in particolare verso persone con autismo, condizione
che già pone grossi problemi alle istituzioni scolastiche, e come genitori, non possiamo, purtroppo, non
prendere atto di uno scenario che sicuramente non va nel senso di ridurre incertezze e preoccupazioni delle
famiglie e con rammarico rileviamo come la scuola rischi di trasformarsi da istituzione con cui collaborare
nell’interesse e per il bene dei nostri figli a controparte rispetto alla tutela dei loro diritti