BRESCIA - Siamo un gruppo di genitori di bambini e ragazzi con autismo, di Brescia e provincia, che fanno parte dell'associazione "Autismando".
Pur convinti dell'importanza di diffondere informazioni e sollecitare il dibattito sulle tematiche correlate all'autismo, al punto da averne fatto una delle nostre attività, abbiamo visto lo spot "Parla. Noi ci siamo", che recentemente è stato diffuso dal alcune reti televisive nazionali, e ci ha lasciato fortemente perplessi.
Non abbiamo nulla contro le associazioni che hanno promosso questo spot che sappiamo essere impegnate da anni nel settore ma, rispetto all'immagine dell'autismo che emerge dallo spot, "non" ci sentiamo rappresentati come genitori e non ci piace il taglio scelto; in particolare:
a) per chi non sa nulla di autismo comunque lo spot non contribuisce in alcun modo a fornire informazioni;
b) colpisce il clima di pesantezza e "tragedia" che pervade il messaggio (uso delle luci, drammaticità della recitazione, ecc.), sicuramente la storia delle famiglie con autismo non è sempre facile, la dimensione drammatica, fortunatamente non solo quella, esiste in tanti momenti dell'esperienza a partire ancora da prima della diagnosi nei primi dubbi, nel confronto con una realtà quotidiana spesso difficile, ma se pensiamo al percorso individuale e familiare di tante famiglie che conosciamo facciamo molta fatica a collocarli nel taglio che si è voluto dare allo spot;
c) abbiamo percepito in termini dolorosamente negativi la rabbia e il senso di colpevolizzazione ("ti ho partorito, ti ho allattato...") che emerge dai toni e dal testo della protagonista. Sensi di colpa, rabbia... fanno parte della nostra esperienza ma hanno destinatari diversi dai nostri figli, come invece sembra apparire nello spot; è il chiedersi, soprattutto all'inizio, se possiamo aver avuto un ruolo nella disabilità dei nostri figli, se stiamo facendo abbastanza, se non c'è altro ancora da fare, da provare, è la rabbia che viene dalle difficoltà che spesso si incontrano nel rapporto con i servizi, con i contesti extrafamiliari, è la fatica nel trovare un equilibrio tra ritmi di vita, impegni lavorativi, familiari e le esigenze e i bisogni dei nostri figli...
d) non emerge in alcun momento un messaggio positivo o, quantomeno, di speranza; l'unica indicazione è quel "Parla. Noi ci siamo" che sembra indicare come unica opportunità un generico "parliamone", lo sfogo piuttosto che il "muro del pianto";
e) Non emerge, se non nella scritta "360mila famiglie che affrontano l'autismo da sole", la dimensione sociale in senso lato, scolastica, lavorativa, di disponibilità di servizi, di competenze e conoscenze diffuse, ecc. che rappresenta molto spesso la criticità più rilevante con cui le famiglie si trovano a fare i conti (spesso molto più pesante di problematiche legate a dinamiche intra-familiari o emotivo-relazionali verso proprio figlio);
f) non emerge la dimensione familiare, intesa sia come coppia genitoriale che come ambito di vita della persona con autismo, come se la problematica dell'autismo si condensasse esclusivamente sulle madri;
g) emerge un'immagine in negativo della persona con autismo come una sorta di "disgrazia familiare".
Un intervento comunicativo quindi che sentiamo poco utile nei confronti della popolazione aperta, se non rispetto al rischio di alimentare un pietismo di cui, francamente, facciamo volentieri a meno, e ugualmente poco utile anche rispetto alle famiglie che stanno vivendo questa situazione ma che, al contrario, rischia di diffondere un'immagine delle persone con autismo e dei loro genitori falsa e distante dalla nostra esperienza.
Visti i numeri dell'autismo, ci piacerebbe sicuramente che se ne parlasse di più e che, alla luce delle sue specificità, fosse oggetto di maggiori attenzioni sia sul piano normativo che operativo, anche per uscire da quella dimensione di solitudine che spesso le famiglie vivono e che viene proposta dallo spot; temiamo però che il risultato di questa campagna rischi semplicemente di ridursi ad una temporanea e sterile "scossa emotiva", oltre che, per quanto detto, non condivisa da parte nostra nei contenuti, ma che non raggiunga neppure l'obiettivo minimo di una maggior sensibilizzazione sulle problematiche e difficoltà che vivono le famiglie e le persone con autismo.
Per i genitori di Autismando
Il presidente, Paolo Zampiceni.
Brescia, 15/12/2009