E' arrivata al sito questa mail rispetto ai fatti di Torino.
Mi è sembrato giusto pubblicarla oltre che come spunto di riflessione anche perchè dà
voce a chi vive queste situazioni da un punto di vista particolare e spesso "silenzioso";
quello di un fratello.
Sono un ragazzo di sedici anni e ho un fratello affetto dall’autismo.
L’autismo è una malattia molto complicata e ogni caso è diverso dall’altro,
esistono anche molte sfumature e un caso può essere molto più grave di un altro.
Fortunatamente mio fratello non è in una situazione grave ma rimane sempre molto
esposto e indifeso verso un mondo con cui gli rimane difficile comunicare e che
non lo vuole perché nell’assurdo concetto dell’essere umano non c’è spazio per un
elemento improduttivo, la catena non ha e non deve avere anelli deboli.
Io voglio per mio fratello il massimo che lui può avere e spero tanto che anche
voi abbiate a cuore non solo lui ma tutti i ragazzi handicappati o problematici
del mondo.
Saputa la notizia del ragazzo autistico non ho che potuto portarvi questo:
“Un down è stato picchiato”
Se devo essere sincero pensavo ad un film, l’ennesimo titolo idiota o qualsiasi
altra cosa … poi la triste e amara verità: in un video comparso su google è possibile
scorgere diversi ragazzi che picchiano e insultano un ragazzo autistico.
Non è possibile, è falso … è una montatura, ma gli occhi continuano a leggere e
seguono le righe, ma ho paura perché la rabbia è troppa.
Smetto.
Ma ricomincio nello stesso istante. E’ una ricerca sfrenata, salto lettere e parole intere.
Il video era catalogato in “video divertenti”; “video divertenti”, non riesco a togliermelo dalla
testa. Prima lo coprono di insulti, con il professore in classe, poi quando il professore se ne
va lo iniziano a picchiare fino a che batte la testa contro il muro e si siede … gli occhi, vedo
gli occhi nella fotografia, non riesco a distaccare lo sguardo dai suoi occhi.
Sono lucidi. Ma non piangono.
Il giornale va avanti … non ci posso credere, c’è ancora qualcosa che quei bastardi non hanno
sperimentato: gli tirano addosso di tutto, astucci, libri fino a che un dizionario prende il ragazzo
in faccia, si ride e si ride, ma il suo sguardo non cambia e allora rincominciano gli insulti,
“handicappato del cazzo” gli dicono.
Adesso però fanno il loro errore più grande, si girano e fanno il saluto nazista.
Qui sono arrivato.
E tutt’ora non so la fine della storia perché non sono riuscito a leggerla per intero.
Almeno una volta nella vita avrete l’occasione di relazionarvi con un ragazzo problematico.
Pesate ogni cosa che dite e ricordate quei ragazzi del liceo tecnico Steiner e delle loro risate.
Vi faranno gelare il sangue nelle vene e vi ricorderanno che su questa terra popolata da assurde
realtà siamo tutti simili, ma non uguali. Non esiste quello perfetto, e non lasciatevi prendere il
cervello da qualche stronzo che afferma tutto questo.
Se conoscete un ragazzo handicappato donategli una carezza o un sorriso e anche a voi la vita
sarà migliore.
Grazie.